2007: l'anno senza inverno                                 

Dopo le pesanti anomalie termiche positive riscontrate nella famigerata estate 2003, francamente risultava difficile pensare che a distanza di soli tre anni e mezzo ciò si potesse verificare di nuovo, invece la natura (forse con lo zampino dell'uomo!?) è stata capace di riprodurre delle condizioni termiche veramente eccezionali, almeno dal punto di vista statistico.

Per fortuna che il caldo in inverno non porta sofferenza alla salute dell'uomo, ma al limite solo danni economici. Per quanto riguarda la natura è chiaro che si sono verificate condizioni alquanto strane, soprattutto dal punto di vista vegetativo, ma d'altronde eventuali danni provocate da gelate tardive si possono verificare anche dopo un inverno  normale, come spesso accade nelle recrudescenze invernali del mese d'aprile.

Le  vere vittime di questo non-inverno sono stati invece tutti quei freddofili incalliti (me compreso), che aspettano questa stagione come uno dei periodi più belli dell'anno, sempre  in trepidante attesa di memorabili ondate di gelo e di abbondanti nevicate.

L'inverno 2006-2007 è stato appunto un non-inverno caratterizzato quasi sempre da condizioni  meteo tardo autunnali, a tratti anche primaverili, ripetendo con disarmante monotonia, situazioni termiche quasi sempre uguali a se stesse, anche se con configurazioni bariche mutevoli, soprattutto per quanto riguarda il mese di febbraio.

Stracciato il precedente record di mitezza invernale risalente all'inverno 1989-1990; in quell'inverno, secondo le mie elaborazioni, fu ottenuto un valore medio di 6.1°C, mentre quest'anno la temperatura media registrata è stata addirittura di 7.8°C.

Ma veniamo a riassumere con una tabella riepilogativa i dati meteo mensili ad iniziare dal settembre 2006, mese in cui sono iniziate le anomalie termiche positive:

  Anomalie autunno-inverno 2006-2007

mese

T media

scarto SD SDI

Pressione

scarto Pioggia scarto
  °C °C °C   hPa hPa mm mm
settembre 18,9 +1,8 ±1,7 +1,1 1015 +0 200 +121
ottobre 15,0 +1,9 ±1,6 +1,3 1016 +0 52 -66
novembre 10,8 +2,4 ±1,3 +1,9 1020 +7 55 -73
dicembre 7,7 +2,5 ±1,3 +2,1 1025 +11 140 +31
gennaio 7,8 +4,0 ±1,7 +2,4 1021 +6 32 -68
febbraio 7,7 +3,3 ±1,9 +1,8 1013 -2 104 +30
media autunno 14,9 +2,0 ±1,5 +1,4 1017 +2,4 307 -18
media inverno 7,7 +3,3 ±1,7 +2,1 1020 *5,1 287 -7
media semestre 11,3 +2,6 ±1,6 +1,8 1019 +4,8 594 -25

                             SD: deviazione standard periodo 1961-1990

                             SDI: Indice deviazione standard (rapporto SD/scarto)

 

Come si può notare dalla tabella, l'indice dell'anomalia termica è ben caratterizzato dallo SDI (Standard Deviation Index), calcolato come rapporto fra lo scarto mensile rilevato e la deviazione standard di un certo periodo di riferimento (generalmente il trentennio 1961-1990). Tutti i mesi presi in esame presentano SDI positivi e maggiori di 1 (minimo a settembre con 1.1, massimo a gennaio con 2.4), quindi oltrepassano, anche di un fattore 2, le normali fluttuazioni mensili.

Se poi osserviamo le pressioni medie mensili riportate al livello del mare (periodo di confronto 1999-2005) appare molto evidente il notevole scarto positivo iniziato con il mese di novembre e protrattosi fino a tutto gennaio. Tale sur-plus barico è stato indotto dall'incontrastata presenza di anticicloni di stampo sub-tropicale (oceanico e continentale africano); il cambio di circolazione avvenuto a febbraio purtroppo non ha avuto conseguenze dal punto di vista termico, in quanto è subentrato un tipo di tempo basso-atlantico (zonale), con alternanza di  saccature umide a fasi anticicloniche più stabili, tipiche di un tempo più autunnale, che invernale.

Per quanto riguarda invece le precipitazioni queste sono state mal distribuite, sia all'interno dei vari mesi che a livello stagionale, ma tuttavia lo scarto semestrale è risultato alla fine davvero esiguo (-25 mm sempre rispetto al trentennio 1961-1990).

Relativamente ai soli tre mesi invernali risulta davvero impressionante l'andamento termico, come si può vedere nelle tabelle sotto riportate, riguardanti sia le temperature medie giornaliere, che gli scostamenti dalle medie trentennali:

Praticamente in tutto l'inverno si sono verificati due soli eventi relativamente freddi, il primo poco prima di Natale, senza precipitazioni, il secondo nella terza decade di gennaio con una breve incursione di aria artica marittima che è riuscita anche a portare un pò di neve, prima bagnata nei giorni  24 e 25, e poi più secca la sera del 26 con leggerissimi accumuli (qualche mm) sui tetti e sui prati. Febbraio invece è risultato sempre mite, anche se non si sono avute le impennate calde dei due mesi precedenti (massimo scarto il 19 gennaio con un + 8.3°C).

Altra pesante anomalia di questo strano inverno infine il numero di gelate, solo due, una il giorno 22 dicembre (-0.6°C) e l'altra il giorno 27 gennaio (-1.6°C).

Infine una riflessione sulle cause che hanno provocato tutto questo sconvolgimento. Naturalmente io non sono un esperto e mi limito a riportare le analisi climatiche lette su vari portali meteo.

La causa diretta, almeno per quanto riguarda Italia ed Europa, va senz'altro ricercata nella circolazione atmosferica in sede atlantica, con un indice NAO fortemente positivo; tale situazione corrisponde ad un vortice polare molto energico ma immobilizzato nella sua sede di origine, al di sopra del circolo polare artico. Basti ricordare che nel mese di dicembre e fino a metà gennaio, le anomalie termiche più pesanti hanno riguardato la Russia europea e la Siberia occidentale, nonché il nord-est americano (molto freddo invece su Groenlandia e Alaska). A fine gennaio la situazione si è parzialmente sbloccata ed il gelo ha raggiunto Stati Uniti orientali e Russia, ma in Atlantico occidentale l'anticiclone delle Azzorre se ne è rimasto nella sua sede sub-tropicale, non permettendo nessun blocco al flusso zonale mite in area  europea.

Se poi si vuole trovare anche la causa originaria sembra che l'imputato principale  vada ricercato in un Niňo vivace in sede pacifica;  sempre più spesso questo riscaldamento anomalo delle acque del pacifico orientale viene additato come l'elemento scatenante di ogni stravolgimento climatico  mondiale. Il fatto poi che tale fenomeno  sia sempre più frequente ed intenso potrebbe portarci a bomba al Global Warming, ma questa è (forse!?) un'altra storia.

Autore: Alessandro Bettini (aggiornato 31 dicembre 2007)