Le nevicate dell'inverno 2005

In un contesto di riscaldamento globale, appare veramente fuori tendenza quello che si è verificato nei primi mesi del 2005. Mai negli ultimi venti anni (bisogna tornare all'inverno 1985), si erano verificate così tante nevicate nella zona delle Colline Metallifere, e più in generale in tutta la Toscana collinare. Ma veniamo al racconto dei fatti:

l'inverno 2004-2005 è iniziato davvero in sordina, con un dicembre molto umido e mite e solo qualche gelata prenatalizia. Di neve nemmeno l'ombra, nemmeno alle quote più elevate. Anche gennaio sembrava proseguire nel tepore, sostituendo però ad un regime depressionario, un tipo di tempo anticiclonico di matrice nord-africana (tanto per cambiare!), che invero ha portato un pò di freddo nelle vallate e nelle zone di pianura, per le conseguenti inversioni termiche.

La svolta intorno alla metà del mese, grazie ad una perturbazione nord-atlantica che ha portato a Castelnuovo prima pioggia, il giorno 18, e poi circa 3 cm neve il giorno successivo, scioltasi però in due giorni. Domenica 22, dopo un relativo miglioramento del tempo, in mattinata si è rannuvolato e intorno alle 13 è iniziato a nevicare con una temperatura di ben 6°C; la temperatura è subito precipitata intorno a 2°C, ma stranamente la neve si è trasformata in pioggia per l'arrivo di aria più mite in quota. Lo stesso fenomeno non si è invece verificato nell'entroterra senese, con qualche cm di neve accumulato anche nel capoluogo.

La nuova settimana è iniziata molto rigida per l'irruzione di aria fredda continentale, che ha portato anche diverse gelate diurne. Freddo assente invece nelle pianure toscane, in quanto la ventilazione ha impedito il depositarsi del freddo al suolo. Nel frattempo fitte nevicate interessavano l'adriatico e sconfinavano anche nel viterbese e in Toscana fino al Monte Amiata. Quando poi sembrava che tutto fosse passato nei giorni 28 e 29 l'aria più perturbata si  è spostata verso la Toscana centrale riversando su Castelnuovo ben 20 cm di neve, con una temperatura media intorno ai -4°C. Freddo intenso anche nei giorni successivi, poi lentamente attenuatosi nei primi giorni di febbraio. La neve si è mantenuta in paese fino al 2 febbraio, ma sono rimaste numerose chiazze alle quote superiori poco assolate.

Febbraio è continuato piuttosto fresco, con unica parentesi mite atlantica all'inizio della seconda decade. Poi dal giorno 16 nuovamente freddo moderato, prodromo di quello che sarebbe avvenuto a partire dal giorno 19. Infatti dopo una mattinata soleggiata e relativamente mite, nel pomeriggio il tempo è rapidamente peggiorato e dopo un breve acquazzone, verso le 18 è iniziato a nevicare, anche se i fiocchi non hanno attecchito in paese, ma solo sopra i 650 m. Ma è dal giorno successivo che l'inverno ha iniziato a fare sul serio! Per semplicità cercherò di riassumere in elenco gli eventi dei singoli giorni:

domenica 20  : 16 cm di neve                                domenica 27 : 1 cm di neve

lunedì 21 : 19 cm di neve                                      lunedì 28 : nuvoloso

martedì 22 : 9 cm di neve                                     martedì 01 : sereno (minima di -9.3°C)

mercoledì 23 : 33 cm di neve                                 mercoledì 02 : poco nuvoloso (minima di -9.7°C)

giovedì 24 : 15 cm di neve                                    giovedì 03 : neve in mattinata, poi scirocco e pioggia

venerdì 25 : poco nuvoloso                                   venerdì 04 : nuvoloso

sabato 26 : 0.5 cm di neve                                   sabato 05: 9 cm di neve

Come si può notare la neve, circa 1 m, è caduta per due settimane consecutive. Comunque il parziale disgelo diurno e l'inevitabile assestamento non ha permesso in paese accumuli superiori ai 40-50 cm. Molto diversa la situazione alle quote superiori dove la temperatura più bassa ha praticamente conservato quasi totalmente la neve caduta: si parla quindi di più di un metro di neve sulle cime più elevate delle Colline Metallifere  e anche nei paesi più montani di Gerfalco e Montieri lo spessore ha superato abbondantemente i 70-80 cm, probabilmente anche per la maggiore intensità delle nevicate rispetto alla zona di Castelnuovo. Da rimarcare anche il freddo intenso dei primi due giorni di marzo, da record e confrontabile solo con le temperature del marzo 1987 e il lontano marzo 1971. Un buon innevamento è poi proseguito a Castelnuovo fino al 13 di marzo, e per un'ulteriore settimana alle quote più elevate, questo nonostante un sensibile rialzo termico che ha portato ad una temperatura media mensile (7.3°C) addirittura superiore alla norma cinquantennale (6.1°C).

Molto interessante sarebbe capire le cause che hanno portato a questa invernata, sicuramente da registrare come storica, non tanto per il freddo (38 giorni di gelo, 5 giorni di non disgelo nei primi tre mesi dell'anno), ma per il numero di eventi nevosi, ben 12 (contro una media annua di 3) con ben  127 cm di accumulo totale (contro una media annua di 28 cm). Le ragioni sono sicuramente plurime, ma sicuramente tutte riconducibili all'assenza, ormai sempre più evidente, del cosiddetto tempo atlantico (flusso zonale), portatore fino a pochi anni fa di tanta pioggia in inverno, attraverso la depressione d'Islanda, e di belle giornate miti in estate, attraverso l'anticiclone delle Azzorre.  Ecco allora alternarsi a periodi insolitamente caldi (vedi l'inizio di novembre 2004), recrudescenze insolite dell'anticiclone continentale, che con interferenze umide di origine mediterranea, ha scaricato notevoli quantità di neve anche nei versanti solitamente più riparati dell'Italia tirrenica. Se a questo poi si sommano rapidi scambi meridiani con irruzioni di aria artica marittima dalla Valle del Rodano, ecco che i conti sembrano tornare. Ulteriore riprova è l'assenza di neve al settentrione (fatta esclusione la nevicata del 2 marzo, la sola di matrice atlantica), in quanto riparato dalle Alpi dalle irruzioni da Nord, e troppo distante dalle depressioni mediterranee attivatesi sul Tirreno.

Non resta che attendere per vedere se il meccanismo si ripeterà anche nei prossimi inverni, e in tal caso la svolta sarebbe davvero epocale. Già numerosi sono comunque i climatologi che sostengono la tesi di un cambiamento drastico del clima europeo, che andrebbe verso una maggiore continentalizzazione (e non si starebbe tropicalizzando, come si sosteneva sino a pochissimo tempo fa): in parole povere si potrebbero avere estati  sicuramente più calde di quelle passate (vedi le ultime), soprattutto al nord Italia e nelle zone più occidentali, ma altresì l'inverni potranno risultare molto più freddi e relativamente meno umidi (ma forse più nevosi) soprattutto nel bacino occidentale del mediterraneo. Si  avrà quindi in Europa occidentale un clima molto più simile a quello dell'est europeo e dell'est nord-americano (non a caso si usa anche il termine "americanizzazione" del clima europeo). Ironia della sorte è che la causa di  tutto questo sembrerebbe essere proprio il riscaldamento globale, che indurrebbe, per la forte diminuzione di salinità dell'Atlantico Settentrionale, dovuta allo scioglimento dei ghiacci artici, il blocco o quanto meno il rallentamento (già misurato), della ormai sempre più nominata "Corrente del Golfo".

 

Foto di Castelnuovo

 


Via  Abetone (30/01/05)


Il   borgo     (22/02/05
)


Via della Serretta
(23/02/05)


Via Abetone
  (24/02/05)

 


la Carlina    (24/02/05)


Strada Provinciale V.P. (25/02/05)


Le Pagliaole  (06/03/05)


Vado La Lepre (06/03/05)

 

Foto di Montecastelli (g.c. Romina Taccone)

 

  Rocca Sillana  (da est) (24/02/05) Via Bucignana (24/02/05) La  Cava             (24/02/05) Rocca Sillana (da nord)   (24/02/05)

 

Foto di Gerfalco

 

 

Panorama - Le Cornate sulla sinistra e Gerfalco sulla destra (06/03/05)

 

Strada (06/03/05)

Paese (06/03/05)

Paese (06/03/05)

Strada (06/03/05)

Autore: Alessandro Bettini (aggiornato 31 dicembre 2005)