La nevicata del 29/01/2004                                                     

La nevicata del 29 gennaio 2004 non si è certamente distinta per la quantità di neve caduta: sono stati registrati in paese accumuli su 10-15 cm, l'equivalente di 22 mm di pioggia. Da manuale è stato invece il meccanismo meteorologico che ha indotto il fenomeno nevoso, con una repentina irruzione di aria artica marittima dalla porta della Valle del Rodano e conseguente formazione di un profondo minimo orografico (992 HPa) sul golfo ligure/alto tirreno. 

Già i prodromi si erano visti a partire da domenica 25 gennaio, con una debole nevicata che aveva imbiancato prati e tetti, seguita nei giorni successivi da piogge moderate, ma sempre accompagnate da basse temperature; infine la sera del 28 nevischiava di nuovo, con temperature subito sotto lo zero e  immediato gelo sulle strade.  

Ma è dalla mattina del 29 che la situazione è divenuta davvero interessante, quando con una temperatura intorno agli 0°C, si sono cominciati a sentire dei tuoni in lontananza e a intravedere nubi minacciose provenienti da occidente. Già alle 8:30  nevischiava con insistenza, sotto un cielo più autunnale che invernale e venti moderati di libeccio. La neve ha praticamente attecchito subito a Castelnuovo, mentre non altrettanto è accaduto nei paesi limitrofi della Val di Cecina, dove oltretutto si è parzialmente sciolta quando verso le 10 è uscito un timido sole (la temperatura era intanto aumentata di 1-2°C). Da mezzogiorno nuovo intenso peggioramento con tuoni e fulmini, vento di scirocco  e neve "tonda" tenporalesca; infine dalle 14:30 è iniziato a nevicare nel modo più classico con fiocchi ampi e calma di vento; è in questa fase che si sono registrati gli accumuli di neve più importanti. Dopo una relativa calma nel pomeriggio, dalle 17:30 è ripreso a nevicare, questa volta "a tormenta" con vento forte di tramontana. Infine intorno alle 20 il fenomeno è cessato in  modo definitivo.

La nevicata ha praticamente interessato quasi tutta la Toscana, con neve temporalesca anche sul mare. Comunque nelle zone di pianura non sono stati registrati accumuli, mentre molto difficile è stata la situazione stradale nel tratto appenninico della A1.

C'è da dire che le previsioni del giorno 28 gennaio escludevano che il maltempo interessasse proprio la Toscana, mentre invece dovevano essere maggiormente  coinvolte le regioni centro-meridionali, a partire dal Lazio. Non per fare polemica, ma se è vero che la neve è un fenomeno molto raro sulle coste e pianure toscane, non altrettanto lo è sulle zone collinari e pedemontane, anche se quasi mai viene previsto. Mi ricordo benissimo della grande nevicata del 13 dicembre 1995 quando la sera del 12 "Che tempo fa" metteva neve solo sopra i 1000 m. Comunque questo non può che aumentare la gioia degli "amanti della neve" che  spesso se la vedono arrivare all'improvviso. Un altro discorso invece è quello sui cambiamenti climatici di quest'ultimo decennio, tanto che è innegabile che le irruzioni  fredde siano sensibilmente diminuite sul lato tirrenico e sul nord Italia, mentre sono rimaste tali, se non aumentate, sul lato adriatico e sul meridione. Scioccante è la situazione di Milano, un tempo capitale del freddo e adesso quasi irriconoscibile con i suoi inverni senza nebbia e senza neve (per non parlare delle sue torridi estati); mentre una regione come la Puglia balsa sempre più spesso agli onori delle cronache per le frequenti bufere di neve (ed è la regione più pianeggiante di Italia!).  

La neve è rimasta al suolo quasi intatta fino al giorno 30 , mentre da sabato 31  l'ingresso di correnti umide marittime e di un potente anticiclone di matrice africana ha innescato un immediato disgelo, tanto che in due giorni l'innevamento è praticamente scomparso anche sui poggi più alti.

Autore: Alessandro Bettini (aggiornato 31 ottobre 2004)